Disturbo Ossessivo Compulsivo
Ossessioni e Compulsioni
In questo articolo tratterò l’argomento Psicologia: Disturbo Ossessivo Compulsivo traendo spunto dagli appunti del Corso di Laurea Magistrale in Psicologia, Psicologia Clinica 2, Lezione 13.
Le ossessioni vengono definite come pensieri egodistonici ricorrenti.
Mentre le compulsioni sono delle azioni ritualizzate che devono essere fatte per alleviare l’angoscia. Psicologia: Disturbi d’Ansia
Le lamentele di questi pazienti cadono in 5 categorie primarie:
Una ricerca recente suggerisce che il disturbo ossessivo-compulsivo sia assai più comune di quanto si è ritenuto finora.
Il disturbo ossessivo-compulsivo è spesso complicato da depressione e da una grave menomazione nel funzionamento professionale e sociale, tale che anche i familiari e i colleghi dei pazienti con tale disturbo, possono venire condizionati in maniera significativa e grave dalla malattia.
Nonostante la tradizione di lunga data della diagnosi di nevrosi ossessiva-compulsiva il DSM-IV lo riclassificò come un disturbo d’ansia in quanto la funzione primaria di un’ossessione o di un rituale sembra essere quella di regolare l’angoscia, la formulazione classica della regressione difensiva inerente alla nevrosi ossessiva-compulsiva è stata succintamente riassunta da Menia.
Un altro prodotto della regressione, è lo scioglimento della tranquilla fusione fra pulsioni aggressive e sessuali caratteristica della fase edipica, i sentimenti di amore e di odio non sono più fusi. Pertanto il nevrotico ossessivo-compulsivo è in genere tormentato da un’intensa ambivalenza.
La presenza simultanea di sentimenti di amore e di odio rende il paziente consumato dal dubbio sul quale dovrebbe essere il corso appropriato delle proprie azioni e dunque lo rende paralizzato dall’indecisione.
Il nevrotico ossessivo-compulsivo usa tipicamente le difese dell’isolamento, della formazione reattiva, dell’intellettualizzazione e dell’annullamento retroattivo per far fronte alle primitive pulsioni sessuali e aggressive che devono essere contenute e controllate.
Criteri diagnostici del DSM IV per la diagnosi di disturbo ossessivo-compulsivo. Secondo il DSM-IV una diagnosi di disturbo ossessivo-compulsivo deve basarsi sui seguenti criteri.
Le ossessioni sono caratterizzate da:
Le compulsioni che sono caratterizzate da:
L’opinione attualmente più accreditata è che l’OCD comporti una predisposizione biologica che interagisce con fattori psicologici e ambientali (Rachman, Hodgson, 1980).
Anche la letteratura sugli esiti terapeutici suggerisce una componente biologica, si è riscontrato che alcune famiglie di farmaci come la clomipramina e la fluvoxamina sono efficaci per questo disturbo. Inoltre i sintomi dei pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo sono notoriamente refrattari alla psicoanalisi e alla psicoterapia orientata all’insight.
I migliori indici di risposta riportati in letteratura sono quelli relativi alle tecniche comportamentali di esposizione in vivo associati con prevenzione alle risposte (Barlow, Beck, 1984).
I trattamenti farmacologici e comportamentali possono tuttavia avere un successo limitato, sebbene i sintomi possano venire inizialmente controllati da una modificazione comportamentale vi è un elevato indice di ricaduta. Studi compiuti alla metà degli anni ‘80 hanno messo in evidenza come tale trattamento richiede un’ampia collaborazione da parte del paziente che può non essere disponibile nella maggior parte dei pazienti con disturbo ossessivo compulsivo.
Anche senza trattamento il 40% dei pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo avrà una remissione sintomatica o almeno un considerevole miglioramento.
Sebbene i farmaci possano essere utili, i sintomi nella maggior parte delle scale di valutazione risultano ridotti del 30-40% al massimo, con pazienti che ricadono quando la somministrazione del farmaco viene interrotta, a meno che non abbiano ricevuto oltre alla farmacoterapia una qualche forma di psicoterapia.
Molti pazienti con disturbi ossessivo-compulsivi, è stato osservato, sembrano aggrapparsi ai loro sintomi resistendo tenacemente agli sforzi terapeutici.
I sintomi stessi possono servire per proteggere alcuni pazienti da una disintegrazione psicotica, assolvendo pertanto a una funzione molto utile in termini di omeostasi psicologica contattato.
I sintomi del disturbo ossessivo-compulsivo possono accompagnare qualunque livello di personalità sottostante o di organizzazione dell’Io. Pertanto un’attenta valutazione psicodinamica dovrebbe anche mettere a fuoco la funzione dei sintomi nella struttura intrapsichica globale del paziente.
Nonostante la natura refrattaria di molti sintomi ossessivi-compulsivi, la terapia psicodinamica può migliorare notevolmente il funzionamento interpersonale dei pazienti con tale disturbo.
Spesso, i sintomi causano grandi problemi relazionali, in questo caso la terapia psicodinamica dinamica di gruppo può essere un utile modalità per affrontare questi problemi.
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