La psicologia degli attacchi di panico
Cosa sono gli attacchi di panico e cosa implicano nella vita di coloro che ne soffrono.
Tratto dagli appunti del Corso Psicologia Clinica 2, Lezione 13.
Occupiamoci ora di attacchi di panico e fobie, circa un terzo di tutti i giovani adulti ha almeno un attacco di panico tra i 15 e i 35 anni.Secondo i dati del DSM-IV dall’1,5 al 3,5% della popolazione mondiale sviluppa un disturbo da attacchi di panico nel corso della propria vita.
Le donne hanno una probabilità doppia rispetto agli uomini di essere colpite da attacchi di panico, sebbene nessuno sappia ancora esattamente il perché. I genitori, i fratelli e i figli di individui che soffrono di DAP corrono un rischio maggiore di sviluppare questo disturbo rispetto alle altre persone.
Il disturbo da attacchi di panico si manifesta generalmente nella tarda adolescenza, si registra inoltre un altro, più lieve picco di incidenza verso i trent’anni.
La causa biologica degli attacchi di panico sembra essere un’accensione difettosa della centralina di allarme del cervello, che normalmente scatena la classica reazione allo stress di difesa o fuga, durante un attacco di panico il cervello segnala un pericolo inesistente.
Oltre ad allarmanti sintomi fisiologici, come soffocamento, vertigini, sudorazione tremore e tachicardia, i pazienti con disturbo da attacchi di panico spesso sentono una condanna imminente.
La maggiore parte dei pazienti con disturbo da attacchi di panico soffre anche di agorafobia, la paura d’essere intrappolato in un luogo o in una situazione dai quali la fuga può essere difficile o tremendamente imbarazzante, siccome gli attacchi di panico sono ricorrenti i pazienti spesso sviluppano una forma secondaria di ansia anticipatoria, preoccupandosi perennemente di quando e dove avverrà l’attacco successivo.
I pazienti con disturbo da attacchi di panico e agorafobia spesso riducono i loro viaggi per cercare di controllare la temuta situazione di avere un attacco di panico in un luogo dal quale non possono andar via facilmente.
Il disturbo da attacchi di panico può essere apparentemente privo di contenuti psicologici, gli attacchi sembrano “venire fuori dal nulla”, senza apparenti fattori determinanti ambientali o intrapsichici.
Di conseguenza il ruolo del clinico, psicologo o psichiatra a orientamento psicodinamico, è spesso purtroppo considerato irrilevante nel trattamento di questi pazienti.
Una percentuale significativa di pazienti con disturbi da attacchi di panico ha tali attacchi proprio a causa di fattori psicodinamici e potrebbe quindi rispondere a interventi psicologici.
I clinici a orientamento psicodinamico dovrebbero esaminare accuratamente le circostanze degli attacchi e la storia di ciascun paziente con disturbo da attacchi di panico, per determinare se vi siano fattori psicologici rilevanti.
Diversi elementi di prova suffragano l’opinione che gli attacchi di panico abbiano un significato psicologico, innanzitutto vi è uno stretto legame tra l’angoscia di separazione e il DAP, da uno studio effettuato negli Stati Uniti è emerso che il 50% di 32 pazienti agorafobici avevano un’anamnesi di angoscia di separazione e che i loro attacchi di panico spesso avvenivano in seguito alla perdita di una persona significativa, inoltre a confronto con il campione di controllo i pazienti con DAP hanno una documentata maggiore incidenza di eventi di vita stressanti, soprattutto perdite, nei mesi precedenti l’esordio del disturbo da attacchi di panico (Faravelli, Fallanti, 1989).
Attacchi di Panico e Placebo
In un’altra ricerca, compiuta alla fine degli anni ‘80, relativa a pazienti con attacchi di panico e agorafobia, uno su quattro migliorò incredibilmente con un placebo (Coryell, Noyes, 1988); quando i pazienti che avevano risposto al placebo vennero esaminati in maggior dettaglio rivelarono dei valori normali ai test di soppressione al desametazone, e mostrarono in qualche modo una minore ansia rispetto a quelli che non vi avevano risposto, in un altro studio del 1988 il 43% dei pazienti con DAP e agorafobia mostrarono almeno un moderato miglioramento alla quarta settimana di somministrazione del placebo, la risposta al placebo suggerisce che fattori psicologici, come l’interazione con un medico interessato e la convinzione che i sintomi possano essere ridotti da un intervento farmacologico, portano a un miglioramento significativo del disturbo da attacchi di panico. Attacco di Panico Torino
Queste scoperte sono emerse dall’esperienza clinica con pazienti che soffrono per una costanza d’oggetto scarsamente sviluppata, tali pazienti non riescono in momenti di difficoltà a fare appello all’immagine interna del loro terapeuta per acquietare la loro ansia, nei lunghi fine settimana o durante le vacanze del terapeuta questi pazienti possono avere delle esplosioni di attacco di panico, stimolati dal pensiero di perdere il loro terapeuta, possono temere che il clinico sia morto o che sia sul punto di rifiutarli o di abbandonarli, in queste circostanze udire semplicemente la voce del loro terapeuta al telefono può eliminare completamente il panico nel giro di pochi secondi.
I pazienti che soffrono di carenza di costanza d’oggetto sono spesso in grado di sviluppare un’immagine interiorizzata del loro terapeuta nel decorso a lungo termine di una psicoterapia espressivo-supportiva.
Come risultato di questo processo di interiorizzazione sia l’angoscia di separazione che gli attacchi di panico possono migliorare considerevolmente.
I pazienti con disturbo da attacchi di panico necessitano spesso di una combinazione di terapia farmacologica e di psicoterapia, anche quando i pazienti con attacchi di panico e agorafobia abbiano i loro sintomi sotto controllo farmacologico sono spesso riluttanti ad avventurarsi nuovamente nel mondo e possono aver bisogno di interventi psicoterapeutici per superare questa paura.
Alcuni pazienti rifiuteranno decisamente qualunque farmaco in quanto ritengono che questo li stigmatizzerebbe come malati di mente, e pertanto il trattamento psicoterapeutico diviene necessario per aiutarli a comprendere e a eliminare la loro resistenza alla farmacoterapia.
Sono state studiate negli anni tecniche di biofeedback e di desensibilizzazione comportamentale per l’eliminazione dell’attacco di panico e dell’agorafobia che sono risultate efficaci nel trattamento dei pazienti con disturbo da attacchi di panico.
È stato dimostrato inoltre che la presenza di disturbi di personalità, soprattutto quelli del cluster B, il disturbo antisociale, borderline, narcisistico e istrionico, influisce negativamente sull’esito terapeutico dei pazienti con disturbo da attacchi di panico (Reich, 1988).
Affinché il piano terapeutico sia completo ed efficace Reich dimostrò che questi pazienti hanno bisogno di approcci psicoterapeutici in aggiunta a farmaci appropriati.
In tutti i pazienti con sintomi di attacchi di panico e di agorafobia, un’attenta valutazione psicodinamica aiuterà a soppesare i contributi dei fattori biologici e dinamici.