Relazioni e comunicazione
La mente relazionale
La mente relazionale
(1904-1980)
È stato il primo teorico quasi rivoluzionario a pensare che la mente non fosse una cosa chiusa nell’involucro di una persona, quindi nell’involucro della nostra scatola cranica.
Teorizza che la mente sia più globale della mente individuale e che i riti servano proprio a creare una mente gruppale.
Incontrando gli studiosi di Palo Alto comincia ad elaborare insieme a loro delle teorie importanti su come i piccoli gruppi umani e soprattutto i gruppi familiari avessero una sorta di ritualizzazione che potesse essere simile alla comunicazione tribale.
La sua opera fondamentale, conosciuto in tutto il mondo e che in Italia ha avuto un’impronta straordinaria per quello che sarà poi il filone della psicoterapia familiare è “Verso un’ecologia della Mente” (Steps to an Ecology of Mind) del 1972.
L’ecologia della mente suggerisce di assumere a unità di riferimento per comprendere le azioni, le idee e le emozioni, non l’individuo, ma i sistemi relazionali di cui gli individui sono parte.
Il suo comportamento non ha senso se non all’interno di un sistema di relazioni.
Se a Bateson veniva chiesto quante dita abbiamo lui non rispondeva cinque dita ma quello che metteva in evidenza in una sorta di scambio tra figure e sfondo era che “Noi abbiamo quattro relazioni tra le dita” e che sono queste quattro relazioni che configurano la specificità della nostra mano perché avere cinque dita non significa niente, se noi non immaginassimo quanto queste relazioni tra le dita, incidano sulla nostra manualità e quindi sullo sviluppo del nostro cervello. Quindi quello che sempre metteva in primo piano nella sua trattazione, era la relazione tra gli elementi: un elemento da solo non ci dice niente se non in un contesto di relazione.
Psicologia, relazioni, comunicazione
I sistemi umani sono caratterizzati dalla Comunicazione linguistica.
Qiesta è la nostra specificità, la nostra qualità specie specifica perché lo sviluppo di un linguaggio così articolato, così logico è proprio della specie umana, ma anche tutta una comunicazione di tipo non verbale che l’essere umano ha in comune con tutto il sistema animale e questa comunicazione del corpo, molto espressiva e spesso dà un senso di tipo emotivo ma anche di carattere relazionale, ai contenuti linguistici che vengono espressi. La buona notizia è che la mente è plastica, il cervello è duttile, i sistemi neuronali all’interno del cervello sono molti: ci sono possibilità in ogni caso nel corso della vita di apportare esperienze correttive laddove le prime esperienze comunicazionali siano state fallaci.
(1921 – 2007)
E’ stato il primo esponente della Scuola di Palo Alto ed il massimo studioso della pragmatica della comunicazione umana, delle teorie del cambiamento e del costruttivismo radicale.
Pragmatica perché quello che viene sottolineato l’effetto che la comunicazione ha sugli altri individui all’interno di un contesto.
Quindi non si interessa delle regole generative del linguaggio e della comunicazione, come se facessero parte solo di una mente individuale, ma si interessa dell’effetto che una comunicazione qualsiasi ha all’interno di un contesto sugli altri esseri umani.
Watzlawick fissa gli assiomi della comunicazione:
La teoria
La teoria del doppio legame è uno dei contributi più interessanti della scuola di Palo Alto applicata alla comunicazione, alla famiglia e alla schizofrenia.È un’aberrazione della comunicazione ed è stato messo in luce da Watzlawick e da Bateson insieme con altri studiosi. Può creare una situazione disperante perché è come se i primi mattoni della comunicazione umana fossero di argilla estremamente friabile.
In questa teoria accade che gli aspetti di comunicazione di contenuto, quello che voglio dire, è fondamentalmente in contrasto estremo con tutti gli altri segnali, cioè come te lo dico.
È come se io abbracciassi una persona molto stretta e gli dicessi ti odio ma spesso invece nelle situazioni educative è come se io dicessi ti amo a una persona e la tenessi a distanza, con tutta una serie di atteggiamenti corporei che denotano una certa difficoltà di voler avvicinarsi a questa persona.
Non è una cosa occasionale ma è qualcosa che si ripete costantemente nel tempo perché il fastidio della mamma è profondo nel tenere in braccio il suo bambino, ma con le parole dice cose assolutamente diverse. Questo crea confusione, e il bambino non si può ribellare né può sfuggire a una situazione di questo genere, è costretto a stare all’interno di questa situazione.
Daniel J. Siegel
Mente e neuroni
Tutte le relazioni fondamentali, le situazioni primarie, in cui siamo immersi, aiutano lo sviluppo del cervello e in un determinato senso.
E’ importante che messaggi drammaticamente contraddittori siano limitati a delle situazioni occasionali della vita, e non siano il pane quotidiano del cervello di un bambino.