Ascolto attivo psicologia
Tra le “Abilità di base” per lo psicologo e per il counselor abbiamo l’ascolto attivo. Ricordo che tali abilità possono essere apprese solo attraverso un training specifico.
Abilità per l’ascolto attivo
Vediamo di cosa si tratta l’ ascolto attivo o comprensivo:
1. abilità di riflettere le emozioni dell’altro;
2. abilità di favorire il processo di chiarificazione;
3. abilità di uso del linguaggio corporeo;
4. abilità di conduzione del colloquio;
5. abilità di monitoraggio dell’evoluzione della relazione con il cliente.
Atteggiamento Psicologia e Counseling: ascolto attivo
Per realizzare in un colloquio l’ascolto attivo occorre cercare quanto segue:
- avere un atteggiamento di interesse aperto, libero da qualunque forma di pregiudizio. Un modo di fare che sia un incoraggiamento continuo all’espressione spontanea dell’altro;
- avere un atteggiamento non giudicante che possa permettere al counselor di ricevere qualunque cosa gli dica il cliente senza critich. Né colpevolizzazioni, né consigli;
- avere un atteggiamento di non direttività, basato sul presupposto che non vi sia nulla di nascosto da cercare o da verificare e che il cliente abbia il diritto completo di decidere cosa dire, come dirlo, quando dirlo;
- comprendere l’altro pensando con le sue parole, assumendo il suo punto di vista cognitivo ed emotivo della situazione che sta vivendo e per cui chiede aiuto. Cogliendo in tal modo i significati che la situazione ha per il cliente;
- rimanere obiettivo e di saper controllare ciò che accade nello svolgimento del colloquio per poter cogliere ed evitare i rischi o comunque gli ostacoli che possono insorgere ed invalidare quindi il processo di aiuto.
Rischi da evitare
Il rischio principale in cui si può incorrere ascoltando qualcuno è quello di essere convinti di comprendere, mentre invece stiamo compiendo un’operazione di interpretazione, spesso alquanto giudicante, proiettando nostri significati sulla situazione e sulle parole dell’altro.
Vi è un chiaro rimando ai Meccanismi di Difesa del conduttore del colloquio.
Vediamo gli ostacoli all’ascolto attivo (Mucchielli):
- la soggettività, intesa come interpretazione soggettiva del reale attribuendogli significati personali e inducendo, in tal modo, una distorsione nella percezione delle cose. Se sul piano emotivo sono gli stati affettivi intensi che producono distorsioni, sul piano cognitivo la distorsione è determinata dall’utilizzo acritico di stereotipi e pregiudizi.
- la deformazione professionale, nel senso di rispondere con un comportamento abituale stereotipato, sempre e comunque, senza tener conto della specificità di quel cliente. Si utilizza, quindi, la stessa modalità in ogni situazione determinando una relazione interpersonale asfittica, povera, priva della capacità di differenziazione. Il significato razionale, nel senso di fermarsi al significato letterale o intellettuale dell’espressione o della frase senza coglierne gli aspetti emotivi e quello che viene definito il “tra le righe”.
- Dare un’attenzione esasperata alle parole ed al loro significato più manifesto e letterale a detrimento del significato psicologico produce di fatto un allontanamento del counselor dal vissuto del cliente che finisce così nel non sentirsi “ascoltato”.
Fonte: appunti del corso universitario della LM51 Laurea Magistrale in Psicologia – UniMarconi- Lezione 7 – Laboratorio di Counseling