Ivrea
La città di Ivrea in Canavese
La città di Ivrea in Canavese
“..Ivrea la bella che le rosse torri
specchia sognando a la cerulea Dora
nel largo seno, fosca intorno è l’ombra
di re Arduino… “
Giosuè Carducci, Piemonte vv 21-24
Tra Aosta, Torino e Milano
da wikipedia:
Il nome antico è Eporedia, nome ancora spesso utilizzato per chiamare la città. Fu fondata intorno al V secolo a.C. dai Salassi, un popolo d’origine celtica stabilitosi nel Canavese. Il toponimo potrebbe quindi derivare dalla divinità celtica Epona, in particolare dalla contrazione dei termini gallici epo, affine al greco antico hippos, (cavallo), e reda, cioè carro a quattro ruote, indicandola come già strategica stazione viaria di carri equestri per gli accessi cisalpini.
I romani latinizzarono il nome, che subì delle varianti, quali Iporeia, quindi Ivreia, Ivrea. A partire dal I secolo a.C. fu infatti colonia romana, collocata a presidio della via militare che dalla pianura piemontese si spingeva nelle valli della Dora Baltea. Particolarmente rilevanti, tra le testimonianze archeologiche di questo periodo, sono i ruderi dell’anfiteatro[7], collocato a breve distanza dall’attuale centro storico.
Nel periodo longobardo invece, Ivrea diventò sede dell’omonimo ducato, tra il VI e il VII secolo. All’inizio del secolo VIII, Ivrea diventò contea e marca, sotto il regno franco, attraverso la nascente dinastia Anscarica. Qui, dopo un periodo di contrasti con Warmondo (potente vescovo della città), nell’anno 1000 fu acquisita dal marchese Arduino da Pombia il quale, l’anno dopo, a Pavia, verrà eletto Re da una dieta di principi e signori contro il volere dell’imperatore Ottone III di Sassonia. Ivrea diventò città capitale del cosiddetto Regnum Italicum, un abbozzo del futuro Regno d’Italia, parzialmente unificato almeno a nord.
Re Arduino, in forte contrasto sia con la chiesa di Ivrea che con quella di Vercelli, fu scomunicato dal papa Silvestro II, e restò sul trono fino al 1014, anno in cui abbandonò la lotta ritirandosi nell’abbazia di Fruttuaria dove morì nel 1018. Sul finire dell’XI secolo, dopo il periodo degli Arduinidi, Ivrea tornò ad essere dominata dalla signoria vescovile.
Torre Santo Stefano, XI secolo
Ricordo di questo periodo è l’ancor esistente Torre di Santo Stefano, alla fine di Corso Botta, fortemente voluta e sovvenzionata dal papa Niccolò II per riaffermare il potere sulla città, all’epoca utilizzata come campanile dell’adiacente monastero di benedettini (oggi scomparso), distaccamanto dell’abbazia di Fruttuaria di San Benigno Canavese[8].
Nella seconda metà del secolo XII tentò di affermarsi il potere politico dei marchesi del Monferrato, istituendo il territorio del “comune di Ivrea e Canavese”, ma destinato comunque a soccombere nelle prime decadi del secolo successivo.
Nel 1238, l’imperatore Federico II pose la città sotto il suo dominio; nel seguito, la signoria della città tornerà ad essere disputata tra il vescovo di Ivrea, il marchese del Monferrato ed altri potentati, tra cui il conte di Savoia. Nel 1356, Ivrea passò, dunque, sotto il dominio del Conte Verde di Savoia e, nella seconda metà del secolo XIV, la città assistette alla rivolta contadina contro i soprusi dei nobili canavesani che va sotto il nome di “tuchinaggio“.
Fatta eccezione di brevi periodi di occupazione spagnola e poi francese nel secolo XVI, Ivrea rimase alle dipendenze dei Savoia praticamente per tutto il periodo tra il XV e il XVIII secolo.
Il 26 maggio 1800, Napoleone venne accolto a Ivrea insieme alle sue truppe vittoriose. Sotto il dominio napoleonico Ivrea fu capoluogo del “Département de la Doire”, uno dei cinque in cui era stato suddiviso il Piemonte; tuttavia, nel 1814 la città, così come il resto del Piemonte, ritornò ai Savoia, con Vittorio Emanuele I, re di Sardegna. Dal 1859 al 1927 Ivrea diventò il capoluogo dell’omonimo circondario, uno dei cinque in cui era suddivisa la provincia di Torino del Regno di Savoia, fino all’Unità d’Italia.
Il carnevale di Ivrea
Se dovessi passare ad Ivrea nel periodo di carnevale potresti pensare che gli eporediesi sono tutti “matti” e questo ci ricollega al tema della psicologia. Io comunque ti consiglio di venire a vivere il carnevale di Ivrea, perchè spiegarlo, senza viverlo non si può. Visita questa pagina per saperne di più.