Psicologia del Cammino di Santiago – Suggestioni
- Chi sono questi pellegrini che passano camminando per i nostri Comuni diretti fino a Roma, o Santiago, o Gerusalemme?
- Sono matti?
- Ne traggono benefici o si rovinano solo le gambe?
- Perché chi ha fatto un pellegrinaggio a piedi a Santiago o a Roma o a Gerusalemme ne parla come dell’esperienza più significativa ed importante della vita?

Psicologia del Cammino di Santiago
Psicologia del Cammino di Santiago – Testimonianza
- Lezioni vita apprese dal Cammino di Santiago
- Pazienza
- Non importa quanto veloce vai, non arriverai molto velocemente. L’importante è continuare ad andare avanti e ci arriverai (resilienza)
- Fratellanza, Amicizia
- Non ci sono ricchi o poveri nel cammino, a nessuno interessa se sei giovane o vecchio, o chi sei e cosa fai per vivere.
- Sul cammino le persone dividono con gli altri ciò che hanno.
- Semplicità
- Ciò che abbiamo è sulle nostre spalle, e ciò sembra bastare.
- Gratitudine
- E’ incredibile quanto grato sei dopo una doccia, qualcosa da mangiare e un letto dove coricarti.
- Accettazione
- Ognuno sul cammino deve gestire qualche dolore. Cerca di non arrabbiarti, e di accettarlo e farà meno male.
- Quando stai in pace per così tanto tempo sul cammino ti rendi conto di quante inutili distrazioni ci sono nella vita di tutti i giorni.
Psicologia del Cammino di Santiago – Chi è il pellegrino
- Quindi…. chi è il pellegrino a piedi? Pellegrino è colui che viaggia camminando verso una meta lontana spinto da motivazioni di ordine spirituale.
- Il pellegrinaggio un fenomeno umano universale, trasversale nel tempo, per culture e religioni.
- La ricerca di tale dimensione che trascende l’esperienza di vita comune implica il passaggio dallo spazio dell’ordinario allo spazio del sacro
Psicologia del Cammino di Santiago – Peculiarità dei Pellegrinaggi a Piedi
- La meta ha una forte valenza di natura spirituale e religiosa.
- La strada da percorrere è ricca di luoghi simbolici, per esempio ponti da attraversare, valichi da superare, torrenti da guadare.
- Camminando, i simboli possono esser vissuti nella loro pienezza.
- La partenza rappresenta il momento del distacco, il solco tracciato tra la vecchia esistenza e la nuova prospettiva di vita.
- Paradossalmente per poterci guardare dentro dobbiamo, allontanarci da noi stessi, compiere un esodo dalle nostre radici.
- La leggerezza del bagaglio implica, con il tempo, che pure i pensieri divengano leggeri e si scopre spesso, con grande gioia, che leggeri è meglio.
- Con il tempo, il pellegrino impara che spesso la stanchezza fisica si accompagna a stati di serenità mentale e di benessere profondo.
- La consapevolezza (mindfulness), che generalmente non è presente nella vita di tutti i giorni, porta il pellegrino a rivedere il centro di gravità di se stesso e della propria vita.
Psicologia del Cammino di Santiago – L’archetipo del Pellegrino
- Gli archetipi sono forme di pensiero elementari e primordiali preesistenti e, soprattutto, trasversali alle culture e ai tempi del vivere dell’uomo.
- L’archetipo del pellegrino è l’uomo che cammina e che cerca. Esso si collega all’archetipo di iniziazione.
- Vivere l’archetipo del pellegrino significa realizzare il contatto con una conoscenza intuitiva legata ai simboli tipici del camminare per lunghi periodi.
- Per conoscenza intuitiva si intende una conoscenza diretta, non mediata dai canali della logica e del ragionamento.
- I simboli hanno la proprietà di indirizzare verso contenuti poco o per nulla conosciuti. Il simbolo può indurre o essere facilitatore del cambiamento.
- I simboli hanno il potere di rivolgersi direttamente all’inconscio.
- Durante il pellegrinaggio si compiono diversi atti rituali che consentono di rivestire di significati simbolici alcuni elementi della vita di tutti i giorni.
Psicologia del Cammino di Santiago – Aspetti transpersonali
- Lo stato di grazio spesso è descritto come uno stato di estrema leggerezza nei quali ogni passo sembra un levarsi in volo senza fatica. Ciò è in contrasto con lo stato di fatica che si accumula dopo intere giornate passate a camminare.
- Il modo stesso di compiere il pellegrinaggio, vale a dire a piedi, porta il pellegrino a vivere per molte ore del giorno in uno stato di quiete, solitudine e silenzio, sia esteriore che interiore. La quiete e il silenzio consentono al pellegrino di regolare il proprio ritmo di respiro, di conseguire uno stato di armonia.
- Nel pellegrinaggio le ore che si trascorrono a camminare riempiono interamente le giornate. Ciò porta il pellegrino a sentirsi un tutt’uno con il cammino e a sperimentare una forte sensazione di libertà dagli impegni della vita prima del cammino.
- Il pellegrino in cammino rallenta il ritmo di vita e così facendo è nella posizione ottimale per essere presente al tempo che passa.
- …si tratta di un cambio di prospettiva!