Lo psicologo risponde: tipologie di diagnosi
Cos’è la diagnosi? Perchè ve ne sono di diversi tipi?
Si centra sul cercare di comprendere al di là del sintomo la sua dimensione, ovvero come la persona vive quella determinata situazione, quali sono i suoi progetti, desideri, paure. Qui l’analisi è qualitativa (più che quantitativa) cercando di cogliere i segni che sono presenti e il valore che la persona da a questi. Per fare ciò la misurazione ipotizza un continum in una ipotetica linea che va dal normale al patologico, anche se alcune manifestazioni non possono essere collegate, in quanto una distinzione così netta non è sempre possibile.
lavora sul funzionamento e quindi una disfunzione diventa l’elemento costitutivo. Questo approccio ritiene meno importante l’etichetta, bensì il vissuto soggettivo, come la persona vive la disfunzione. La persona è l’elemento dominante attorno cui ruota tutto, è importante cogliere il suo modo unico di percepire quella situazione, come il soggetto vive quella esperienza, come la rievoca, cosa prova, cosa ha sentito. Il vissuto soggettivo diventa elemento principale della diagnosi.
Riallacciandosi all’approccio bio psico sociologico e al concetto di salute dell’OMS. Un modello di diagnosi funzionale è quello basato sul SWAP che si concentra sui tratti di personalità ed identifica 4 domini che sono apparentemente separati ma in realtà collegati tra loro: motivazioni, risorse, il sé, esperienze infantili.
Valutare la personalità non implica solo una descrizione di tratti che caratterizzano una persona o la collocazione di individui in categorie statiche, ma riguarda anche la comprensione della loro funzione, l’esperienza interna da cui scaturiscono e le complesse combinazioni. La SWAP si basa sulla diagnosi funzionale, ossia valuta come l’individuo tende a funzionare e ciò implica l’attenzione sia sulle aree patologiche sia su quelle sane di personalità.
si rifà al modello di Kernberg e si distingue dalla diagnosi categoriale che, come abbiamo visto si centra soprattutto su un contenitore molto rigido, in quanto prende in considerazione le sfumature dalla personalità che caratterizzano ogni persona. (
Questo modello si basa su tre criteri:
Si coglie come il soggetto si definisce e si relazione nei confronti degli altri, la propria capacità di stabilire relazioni, Quali meccanismi di difesa utilizza se primitivi o maturi e infine la propria capacità di percepirsi come ente autonomo rispettando il modo diverso di essere degli altri.
Lo psicologo può utilizzare uno solo di questi strumenti diagnostici oppure può fare riferimento a più di uno di essi, l’importante è tenere sempre presente la dimensione individuale quando abbiamo difronte a noi un essere umano.