Rito di Esorcismo come strumento di indagine
Come fanno gli esorcisti a capire se una persona è posseduta o meno?
Come fanno gli esorcisti a capire se una persona è posseduta o meno?
Gli psicologi e gli psichiatri quando si trovano ad aver a che fare con gli esorcisti sono in normalmente in difficoltà. Infatti non è spesso chiaro cosa stiano facendo e se ci sia un metodo nel loro agire.
In realtà il Rito di esorcismo come strumento di indagine viene utilizzato normalmente.
Con le dovute differenze e la dovuta tara sembrerebbe di poter dire che il rito di esorcismo è come la ricerca-intervento.
Si intuisce e si ricerca la verità esplorando ed agendo.
Rito di esorcismo come strumento di indagine
L’esorcista per valutare se la possessione diabolica è presente o meno, agisce attuando delle preghiere in chiave di esorcismo.
A seconda della risposta, ovvero di come si comporta il paziente, l’esorcista può intuire o meno l’esistenza della possessione.
Egli cerca dei segni che indichino in modo chiaro la presenza o meno del maligno. Quali sono questi segni?
Come dicevamo in seguito alle prime preghiere l’esorcista cerca dei segni. L’esorcista spagnolo Jose Antonio Fortea nel libro “Summa Daemoniaca” mette in luce due possibili di trance: