Come migliorare la forza di volontà
Tratto dal libro “Il Potere Rigenerante del Cammino di Santiago”
Questo articolo tratto dal libro che abbiamo pubblicato qualche anno fa racconta di come il cammino può aiutarti a:
Se ti interessa continua a leggere. Potrebbe esserti utile ed aprire nuove prospettive di vita.
Il libro è disponibile in tutte le librerie fisiche ed online. Ne esiste una copia cartacea ed una in formato ebook.
Se deciderai di continuare nella lettura spero ti sia utile e porti profitto.
(Nota: nel 2016 abbiamo pubblicato il secondo libro dedicato ai Cammini a piedi, qui di seguito trovate il capito sulla Volontà. Se dopo averlo letto ti è piaciuto, condividi grazie. Potere Rigenerante del Cammino di Santiago – Volontà)
Nella vita ci può essere capitato di incontrare delle persone che possiedono una forte padronanza di sé, in grado di dirigere e ridirigere la loro rotta anche nelle situazioni più difficili; persone dotate come di un faro interiore che le rende capaci di navigare anche in condizioni avverse.
Magari le abbiamo pure un po’ invidiate. Ci sarebbe piaciuto essere un po’ come loro, saperci destreggiare in tempi bui, con decisione, verso la giusta direzione. Sono persone che hanno sviluppato negli anni una funzione psicologica fondamentale per il benessere psicologico e la realizzazione della propria vita: la volontà.
Questo articolo racconta di come migliorare la forza di volontà facendo uso di uno strumento naturale come il camminare.
Roberto Assaggioli, l’ideatore dell’approccio della Psicosintesi, a questo proposito, definisce la volontà come la capacità di funzionare liberamente secondo la propria natura senza essere obbligati da forze esterne.
Come migliorare la forza di volontà camminando
Possiamo domandarci allora:
Secondo Ferrucci, altro psicologo della scuola della Psicosintesi è possibile per tutti “scoprire e intensificare la volontà usandola”.
Ecco allora che il cammino può diventare una bellissima e utilissima occasione per scoprire e dare spessore alla propria volontà.
Già il fatto di decidere di partire (con la necessità di fissare una meta, raccogliere informazioni, chiedere una pausa dal lavoro, organizzare il viaggio di trasferimento, preparare lo zaino, decidere le tappe che si faranno), implica un esercizio di volontà e progettualità, un pensarsi al di fuori della dimensione usuale.
Successivamente, quando ci si trova effettivamente sul cammino, giorno dopo giorno, ci si troverà a dover compiere tanti piccoli atti di volontà (per esempio decidere quando fermarsi e quando proseguire, dove dormire, ecc.).
Faccio un esempio: lo sforzarsi di andare un po’ più avanti nel camminare, magari verso sera quando si è stanchi, nella calura oppure sotto la pioggia, può divenire, fisico permettendo, un piccolo esercizio di volontà, un superamento dei propri limiti. Una pellegrina mi raccontava come il fatto di camminare molti km al giorno, le facesse percepire molto meno i dolori del proprio corpo per i quali a casa se ne sarebbe rimasta volentieri sul divano.
Ora dunque passiamo all’opera.
Qui di seguito trovi alcune delle qualità della volontà. Se vuoi, potrai, in questa tappa, incominciare a riflettere in modo esperienziale su alcune di queste.
Se è tua volontà giungere al termine della tappa ti occorre energia, per partire e per procedere.
La logica comune porta a pensare che l’energia del camminare venga scaricata attraverso i passi sul terreno. Qui un primo paradosso: il pellegrino scopre abbastanza presto che l’energia si ricrea camminando. Anche a te potrà capitare in alcune giornate di cammino di sentirti esausto, prossimo al crollo e qualche minuto dopo di nuovo completamente in forza, pronto a procedere con vigore.
Si tratta di un mistero…Se questo è il tuo primo cammino scoprirai che, mettendoci un po’ di energia, ne creerai altra che ti darà ulteriore forza, dinamismo e volontà.
Così è per la volontà: se fai uno sforzo di volontà per fare qualcosa di difficile è molto probabile che, oltre all’aver raggiunto l’obiettivo prefissato, ne ricaverai anche un rinforzo della volontà. A volte è solo questione di iniziare e fare un primo sforzo per intraprendere questo circolo virtuoso.
Il cambiamento e la guarigione certamente sono dei processi lunghi. Spesso si può identificare un punto di partenza, un momento chiave nel quale fissare l’inizio del cambiamento, poi però, per mantenere la direzione e non tornare indietro, occorreranno disciplina e autocontrollo.
Ci saranno momenti in cui sostenere il cambiamento sarà ostacolato da eventi sfavorevoli sia di origine interna (disposizioni mentali e pensieri negativi) che esterna (pressioni familiari o lavorative, eventi della vita imprevedibili).
Se riesci a pensare a qualche evento della tua vita in cui sei stato disciplinato, ti verrà anche in mente di aver provato un maggior senso di padronanza e di dominio sulle cose e in ultimo di soddisfazione personale.
Nel cammino ogni tappa può diventare un esercizio di disciplina che ti insegnerà a dominare gli eventi avversi imprevedibili ed incontrollabili. Giungere al termine di una tappa dura, magari segnata da pioggia battente, fango, vento, nebbia, porta ad una grande soddisfazione e ad una sensazione di auto-efficacia (per saperne di più si considerino le ricerche di Bandura).
Sperimentiamo così di potercela fare con le nostre forze, impariamo che dentro di noi portiamo, magari nascoste, le risorse per farcela. Averci messo un po’ di volontà serve anche a migliorare la nostra autostima, a farci prendere coscienza che ce la possiamo fare.
Se vuoi cambiare qualcosa in te, è necessario che lo scenario ti sia il più chiaro possibile. In altre parole serve concentrazione sull’obiettivo del cambiamento, ciò si ottiene mantenendo alta la facoltà dell’attenzione. Essere attenti significa essere presenti.
In conclusione la volontà di cambiare dovrà essere perseverante e paziente e non dovrà mai mancare una certa quota di coraggio.