Pregare sempre psicologia contro religione
Due punti di vista completamente differenti.
Avete letto il Vangelo, oppure il libro “Il Pellegrino Russo“, reperibile anche qui?
L’argomento è la preghiera frequente o meglio la preghiera continua. Da qui il pregare sempre.
Senza voler scendere in particolari e dettagli facilmente reperibili su internet, si rilevano nel vangelo molti inviti a pregare spesso e senza stancarsi:
“Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre senza stancarsi” (Lc 18,1).
Vi sono molti altri passi che fanno riferimento al come e al perché pregare. Come dicevo è facile reperirli con una semplice ricerca.
Si tratta di un punto chiave. L’uomo che non prega non è cristiano.
Anche le teologie più moderne e più disposte a valutare riscritture della scrittura fanno fatica a leggere in modo diverso questi passi.
La preghiera come abbiamo osservato deve essere frequente, forse anche continua, dove per continua si intende sempre. La preghiera dovrebbe essere dunque un atto, un pensiero frequente.
Il tema di questo breve articolo è quest: Pregare sempre psicologia contro religione. Si ipotizza che il punto di vista della religione cristiana e della psicologia è ampiamente in disaccordo.
Un uomo ossessionato dalla preghiera è normalmente per la psicologia un uomo ossessionato. Per maggiori dettagli sulle ossessioni religiose rimando a questa sintesi.
Vi è uno studio di Siev (2011) che da un punto di vista cognitivo ha evidenziato come le ossessioni religiose siano correlate in modo positivo a pensieri maladattivi che mi sembrano in parte presenti nell’uomo che prega. Vediamoli:
L’uomo che prega e confida in Dio in modo frequente, e lì pone i suoi pensieri, tende ad essere un ossessivo secondo la psicologia.
Al contrario secondo il cristianesimo tradizionale, è un uomo scaltro che ripone le sue speranze nel migliore degli investimenti possibili.
Pregare sempre psicologia contro religione: sintetizzando pare difficile trovare un punto di incontro.
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