Dolore cronico e guadagno secondario
Il guadagno secondario detto anche vantaggio secondario nei pazienti con dolore cronico
Traggo spunto per questo breve articolo da uno dei miei libri preferiti: “I meccanismi di difesa” di Robert. B White e Robert M. Giliband. Tutti i crediti quindi ai due autori che hanno messo insieme un libro al tempo stesso conciso e completo. Complimenti a loro.
Nel caso ti servisse una breve introduzione ai meccanismi di difesa ti consiglio di dare un’occhiata qui: Psicologia: meccanismi di difesa. Sugli effetti dell’Ipnosi sul Dolore si dia un’occhiata qui: Ipnosi e Dolore Cronico. Per una riflessione sul tema: Sofferenza e Dolore.
L’individuo affetto da una condizione di dolore cronico con una certa frequenza viene accusato di inventare le patologie di cui soffre. A volte chi emette l’accusa è colui chi gli sta più vicino. A volte un familiare, a volte un collega di lavoro.
Se vogliamo essere più espliciti, anche più crudi, possiamo dire che inventare le proprie patologie spesso si può declinare anche così:
ti inventi il dolore che hai perché così ne trai dei vantaggi.
Quando ci riferiamo al Dolore cronico e guadagno secondario l’idea è quindi questa:
Il non compiere un’azione, o affrontare una questione, è in termini psicologici il guadagno secondario.
Il guadagno secondario descrive i benefici che un’individuo deriva da una certa malattia e dai suoi sintomi.
Il guadagno secondario in psicologia è un meccanismo di difesa. Un aiuto per tirare avanti. Non sempre è qualcosa di negativo. Chi “ha dolore” necessita di un qualche aiuto, anche di natura psicologica.
Il guadagno secondario è un arma del tutto lecita che si può utilizzare secondo vari gradi da chi è affetto da qualche patologia cronica. Spesso non si è consci di questo meccanismo di difesa, a volte invece lo si sà bene (vi è un insight in termini psicologici).
Saperlo è meglio, non fosse altro per esercitare un certo controllo sul meccanismo.
Si può utilizzare per esempio per:
Vi sono casi in cui è usata per compensare ciò che è mancato, a volte anche per vendicarsi. Si pensi ad un individuo con un marito/moglie che non l’ha mai considerata e per cui si prova un astio forte, magari anche solo inconscio. Il vantaggio secondario consiste nell’obbligarlo a fare ciò che non ha mai fatto.
Sia chiaro, il guadagno secondario nasce dopo che escono i sintomi della malattia. Non prima.
Spesso l’accusa e di essere dei divoratori di energie altrui gratuiti.
In realtà i sintomi rendono l’individuo affetto da dolore cronico più bisognoso, e i vantaggi secondari possono essere considerati come un lecito risarcimento, che purtroppo è richiesto a coloro che sono vicini e a cui si vuole più bene.
Il discorso si fa complesso, sfiora la psiche ed i traumi di una vita. Ne consegue che i rivoli in cui può manifestarsi il vantaggio secondario possono essere sia benevoli che malevoli.
Ricordiamo però che è spesso è una conseguenza dei sintomi di una malattia che uno non ha voluto.
Altri potrebbero beneficiare.