La psicologia del perfezionismo nevrotico
Il sottile confine tra l’ira vissuta e l’ira non vissuta
Hai a che fare con un collega perfezionista che ti fa impazzire? Magari percepisci un’ira in questa persona che non trova uno sfogo che non danneggi gli altri?
Oppure osservi in te i tratti del perfezionista, e questa cosa con il tempo ti fa consumare troppe energie?
In questo articolo rifletterò sul tema del perfezionismo letto dal punto di vista della personalità con tratti nevrotici.
Leggendolo spero trarrai profitto.
Per intanto grazie per la visita.
Molte volte le cose non sono come appaiono: ecco perché è interessante parlare della relazione tra nevrosi, ira e perfezionismo.
L’Ira è un vizio capitale. Possiamo dire che l’ira è come un impeto forte dell’animo che si sfoga fino alla cruda vendetta. Nell’ira si cade normalmente per dare sfogo ad una ingiuria ricevuta che va respinta. Si tratta di colpire l’avversario sfogandosi.
L’ira non è controllabile: supera i limiti e da sfogo forse alle cose che dentro di noi parlano di odio, di avversione, di ostilità.
San Tommaso sostiene ed osserva che esistono tre tipi d’ira
Il comune sentire è che nel tipo nevrotico perfezionista cova un’ira sopita, forse una ira simile alla prima categoria descritta da San Tommaso.
Cosa significa “ira sopita”. Forse una sorta di:
Normalmente il nevrotico perfezionista rabbioso esprime l’ira in modo controllato. Non stiamo dunque parlando dell’ira come peccato capitale descritta all’inizio che si esprime come un tuono senza controllo.
Il perfezionista ha quest’ira controllata: nelle azioni così come nelle parole. Egli appare gentile, forse anche molto ben educato. Il perfezionista rabbioso controlla in qualche modo gli istinti.
Il lemma è questo: la rabbia nell’inconscio viene sopita tramite un meccanismo di difesa di razionalizzazione.
In altri termini: per difendersi dalla rabbia il nevrotico perfezionista crea una formazione reattiva contro la rabbia stessa. Reagisce alla rabbia con la negazione della forza distruttiva della rabbia è mette in luce il contrario cioè la benevolenza.
Ipotizzando che quanto scritto sopra abbia un senso e sia vero, si pone un problema per i cristiani che per letture un po troppo semplici vedono solo l’ira agita come un peccato capitale, ma non l’ira “interiore” che non è altro che un’ira nascosta. Ovviamente ci si riferisce alle classiche letture della domenica, quelle tradizionalmente moraliste e facilone.
San Giovanni della Croce nella Notte Oscura ha toccato questo aspetto cioè l’ira interiore.
La caratteristica dell’irato dentro è un carattere esterno “buono”, con buone intenzioni, ma in realtà “rabbioso” e “distruttivo”.
La nevrosi sta nella rigidità, nel approccio “dominante” alla rabbia
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