Sintomi dell’ansia
Sintomi dell’ansia e come combatterli
Se sei interessato a scoprire quali sono i sintomi dell’ansia questo articolo potrebbe esserti utile. Tratterò anche brevemente il tema del trattamento dei sintomi dell’ansia.
La lettura di questo articolo che trae spunto dagli appunti delle lezioni all’università richiederà pochi minuti e potrà mi auguro dare voce a qualcosa che magari non riesci bene a definire. Troverai alcuni link per approfondire. Dai anche un’occhiata ai link legati al tema dell’ansia sulla barra laterale. Grazie per la visita
In questo breve articolo si tratta l’argomento ”Sintomi e trattamento dei disturbi d’ansia“ traendo spunto dal materiale dal corso di laurea: Psicologia Clinica 2, Lezione 13, Appunti
Il disturbo da ansia generalizzato è caratterizzato da 4 categorie di sintomi:
delle modifiche emotive fra cui una costante inquietudine, per cui i soggetti temono sempre il peggio e sono in grado di controllare così la propria apprensione.
La tensione fisica, per cui i soggetti accusano dolori muscolari, sensazioni di instabilità, impossibilità di rilassarsi e tendenza a trasalire con facilità
Delle modifiche fisiologiche simili a quelle prodotte dalla paura, per esempio la tachicardia, la sudorazione, le mani sudate, l’aumento della pressione sanguigna, la secchezza delle fauci, i nodi alla gola, la difficoltà a deglutire, i capogiri, i disturbi gastrici, minzione frequente e diarrea
e infine un aumento dello stato di attivazione, di vigilanza o ipervigilanza che può causare irritabilità, impazienza, problemi di concentrazione e insonnia.
Diversi studi dimostrano l’efficacia delle tecniche comportamentali, delle tecniche farmacoterapeutiche e della psicoterapia dinamica breve nel trattamento dei pazienti affetti da ansia. Non da ultimo vengono le psicoterapie dinamiche incentrate sui meccanismi nevrotici che spesso sono sottostanti i sintomi ansiosi.
Tuttavia i progetti gruppali di vasta scala non dicono nulla al clinico riguardo a come determinare quale individuo potrebbe trarre beneficio da quale trattamento, gli ansiolitici potrebbero ridurre o eliminare l’ansia ma possono alla fine rivelarsi una soluzione senza via d’uscita.
Una convincente ragione per mettere quanto meno in discussione l’uso regolare delle benzodiazepine per il disturbo d’ansia generalizzato è che esse provocano sindromi di dipendenza e di astinenza in circa la metà dei pazienti che le utilizzano per oltre un anno.
Al di là degli aspetti farmacologici i pazienti hanno bisogno di imparare a tollerare l’ansia come un segnale significativo nel corso della loro psicoterapia. Coloro che hanno una forza dell’Io sufficientemente buona arrivano a considerare l’ansia come una finestra che permette loro di esplorare altri aspetti di sé.
Il trattamento dell’ansia inizia con una valutazione psicodinamica pensata e approfondita, nella quale l’ansia viene considerata una sovradeterminata “punta dell’iceberg”.
Il clinico deve diagnosticare la natura della paura sottostante del paziente e deve essere inoltre valutato il ruolo dell’ansia nell’organizzazione della personalità del paziente.
La prescrizione dell’appropriato intervento psicodinamico dipende in parte dalla situazione clinica e dagli interessi del paziente.
Alcuni pazienti possono rispondere prontamente a brevi commenti educativi e chiarificatori e non necessitano dunque di ulteriori trattamenti.
Altri hanno sintomi altamente focali e un Io forte e possono invece avere un miglioramento dell’ansia con una terapia dinamica breve.
I pazienti nevrotici con meno disturbi focali e un interesse maggiore e più profondo per un radicale cambiamento della personalità possono aver bisogno di un trattamento psicoanalitico.
Infine i pazienti con una grave patologia del carattere che soffrono d’ansia avranno bisogno di una psicoterapia espressivo-supportiva a lungo termine prima di poter avere un sollievo sintomatico.