La frustrazione ottimale secondo Heinz Kohut
La disillusione graduale e la frustrazione ottimale secondo la psicologia del Sè
La disillusione graduale e la frustrazione ottimale secondo la psicologia del Sè
Partiamo da un concetto classico probabilmente vero:
i pazienti durante la terapia hanno bisogno che i loro bisogni sia capiti e in parte anche soddisfatti.
In altri termini:
l’uomo su questa terra ha bisogno di ricevere risposte da altri esseri viventi che siano empatiche e che convalidino la propria vita, forse anche la propria stima di sè. Ciò deve avvenire normalmente sempre, per tutta la vita.
Questa risposta empatica è come l’aria. Senza si muore un poco alla volta.
Ma:
non è reale ottenere sempre risposte che ci validano.
Allora bisogna imparare a farne un poco a meno.
Per imparare il bambino ha bisogno di ricevere un poco di frustazioni, non troppo grosse, non troppo spesso.
Si parla infatti di frustrazione ottimale.
Per saperne di più su Heinz Kohut visita la pagina di wilkipedia.
Heinz Kohut sostiene che il Caregiver deve assecondare e rispondere al bambino che desidera empatia.
Ma deve rispondere e rispondere in modo
appropriato, ovvero deve disilludere il bambino in modo graduale. Con i giusti tempi.
Serve a favorire lo sviluppo della capacità di percepire la realtà.
Per ottenere ciò è fondamentale che la madre riesca a controllare l’ansia. Se non ci riesce corre il rischio di contribuire alla formazione di una struttura psichica povera nel bambino.
Occorre l’empatia per l’introspezione del paziente.
Visita la pagina La relazione terapeutica e il ruolo del terapeuta per saperne di più
Occorre una comprensione empatica, che è qualcosa di più di un semplice capire cosa dice il paziente. Non basta ascoltarlo. Occorre comprensione.