Il concetto di trauma per Freud
Il trauma come origine di conflitti e strutture di personalità
Il trauma come origine di conflitti e strutture di personalità
Il trauma per Freud può definirsi come un evento che va a influenzare l’organizzazione della personalità e la struttura del rapporto tra le istanze psichiche, gli affetti, i meccanismi di difesa, i processi di pensiero e quindi anche la qualità delle relazioni oggettuali interiorizzate e infine il sè.
Il concetto di trauma per Freud è una ferita emotiva molto intensa che secondo Freud altera:
Freud riconosce inoltre al trauma sia degli aspetti positivi che degli aspetti negativi. Attenzione al significato dato ai termini positivo e negativo che non vanno confusi con bene e male.
Quando una persona subisce un trauma diventa vittima di un supposto carnefice che ha agito nei confronti di questa persona un’azione violenta, traumatizzante. Questo è l’evento traumatizzante, il trauma.
Il soggetto che ha subito l’azione violenta sulle prime si sente completamente impotente, e incapace di far fronte a un evento così destabilizzante e disorientante quindi cerca nelle relazioni nel tempo successive al trauma di rientrare in possesso, cioè di controllare la situazione assumendo il ruolo complementare a quello che ha subito.
Spesso chi è stato vittima poi a un certo punto diventa carnefice, perché questo gli consente di passare dall’altra parte della barricata, cioè di non sentirsi più una vittima impotente e incapace di rispondere alla violenza, ma diventa colui che propone alla violenza, quindi in questo senso passa nel ruolo di chi ha potere in quella situazione.
I meccanismi di difesa qui sono la coazione a ripetere e la fissazione: la persona dopo aver subito un trauma tende a ripetere gli stessi atteggiamenti relazionali, gli stessi comportamenti pratici, concreti al fine di rimettere in vigore il trauma.
Gli effetti negativi che invece sono collegati da Freud all’evenienza d’un trauma sono le cosiddette reazioni di difesa, ovvero i meccanismi di difesa.
Si tratta di tutti quei meccanismi che inconsciamente il soggetto mette in atto, vive, agisce per evitare di ricordare il trauma e di ripeterlo.
Quindi ci sono due aspetti: da una parte lui vive gli aspetti positivi con la riproposizione del trauma passando da un ruolo all’altro; l‘aspetto negativo del trauma invece è la dimenticanza, il non ricordare il trauma con degli appositi meccanismi di rimozione, scissione, formazione reattiva, cioè tutta una serie di meccanismi psichici che fanno in modo che tutto ciò che è stato traumatizzante venga rimosso dalla coscienza e diventi sintomatico.
Le conseguenze post traumatiche quindi per Freud sono:
Questo tipo di capacità oggi viene chiamata alessitimia, ovvero l’incapacità di verbalizzare il vissuto emotivo.
La casistica tipica è questa: il paziente si sente nervoso, su di giri oppure depresso ma non riesce a spiegarsi il perché, a dare un nome a quelle emozioni di paura, rabbia, sofferenza, angoscia che può provare al suo interno.
Quando una persona viene traumatizzata diviene normalmente incapace di raccontare, di verbalizzare agli altri ma anche se stesso tutto quello che vive nel suo mondo interno.
Quando una persona subisce un trauma spesso ciò che non può essere verbalizzato, ricordato ed emotivamente fatto consapevole diventa un sintomo su base corporea, quindi ciò che io non posso raccontare io lo esprimo per esempio attraverso un sintomo fisico.
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