Il bambino triste e l’infanzia borderline
L’origine della sindrome borderline
I disturbi di personalità vengono fatti risalire ad una infanzia infelice.
Chiaramente se si ha davanti un soggetto adulto le vicende della sua infanzia saranno ricostruite attraverso il filtro dei suoi ricordi, delle sue interpretazioni e proiezioni.
Se sei interessato a scoprire qualcosa di più del dell’origine del disturbo di personalità borderline questo articolo potrebbe risultare di tuo interesse. Ci vorranno pochi minuti. Cercherò di passarti solo i concetti principali in modo semplice e diretto.
Per intanto grazie per la visita
Un punto di osservazione dei bambini infelici è rappresentato da chi si occupa direttamente di loro ad esempio a livello dei servizi sociali, delle comunità per minori e della psicoterapia.
In questo caso l’accesso al nucleo infantile è diciamo di prima mano e real-time, potendo inoltre spesso avere accesso e contatti con le figure genitoriali e familiari in generale.
Si ipotizza che alla radice del disturbo borderline di personalità vi sia una infanzia appunto borderline e farò qui riferimento agli studi di Lorna Smith Benjamin.
La famiglia in cui il bambino vive e cresce è in primo luogo dominata dal caos: vale a dire le figure di riferimento si avvicendano e cambiano, l’ambiente è teso, attraversato da violenze e conflittualità.
Una caratteristica di questo ambiente è che il bambino vive, spesso senza sapersene spiegare il motivo l’alternanza di affetto e cure a periodi di indifferenza e solitudine se non addirittura esposizione a violenze e situazioni traumatiche.
Questa assenza di punti di riferimento stabili e questi contini abbandoni, anche se non fisici faranno sì che il bambino si sentirà tradito nelle sue aspettative.
Divenuto adulto caricherà di attese esagerate le persone che identificherà come totalmente e assolutamente buone fino a scaricarle poco dopo deluso, proiettando su di esse la sua inaffidabilità.
Un altro elemento che, nel corso degli anni, avrà imparato il bambino poi adulto sarà che chi appare triste, infelice, malato ha diritto automaticamente alle attenzioni degli altri. Questo nelle relazioni adulte lo porterà ad esacerbare il suo stato sfortunato, di malattia psichica e fisica, di segnato dal destino, al fine di ottenere maggiori attenzioni e cure dalle persone che ha vicino.
Diciamo che il contraltare di questo atteggiamento è il cosiddetto complesso della crocerossina.
Alla fine, si scatena un circolo vizioso che esaurisce la pazienza e le energie delle persone che vivono accanto alla persona border-line. Il risultato finale è che vengono abbandonati… tra l’altro una caratteristica del bambino triste borderline è il terrore di essere abbandonato
Se si osservano questi bambini da piccoli e comunque in un intervallo temporale vicino allo scoppio del caos famigliare si è visto come questi bambini siano caratterizzati da una rabbia e un’inquietudine incontrollabili.
Il comportamento dei bambini è ambivalente: cioè cercano le persone cosiddette di riferimento quando sono assenti e le rifiutano quando sono, almeno fisicamente presenti e comunque le loro reazioni sono un misto di amore, rabbia, senso di colpa.
Andando avanti nella crescita questi bambini, poi adolescenti e adulti assumono le caratteristiche dell’adulto borderline con tendenza all’impulsività, al terrore di essere abbandonati (gelosia), alla drammatizzazione, alla drammatizzazione.
Occorre sottolineare tuttavia che questa evoluzione da bambino con un’infanzia borderline a adulto borderline fortunatamente non è sempre inevitabile.
Il passaggio a adulto borderline può essere in qualche modo modificato e scongiurato intervenendo sul contesto. Inoltre, accanto al bambino si può trovare una figura di protezione capace di rappresentare un’ancora di sicurezza e un gancio di stabilità.
Si tratta di una figura che però, per dare la sua funzione di punto di stabilità e resilienza, deve essere presente fin dall’infanzia e non aggiungersi e affiancarsi più avanti nello sviluppo.